- Store
- >
- Categorie
- >
- Terre Sommerse Edizioni
- >
- Libri
- >
- Saggistica e Dintorni
- >
- Arte
- >
- LA RINASCITA DI UN GUSCIO ROTTO - EMOZIONI SU TELA E IN UNO SCATTO - a cura della Galleria d'arte Triskelion
LA RINASCITA DI UN GUSCIO ROTTO - EMOZIONI SU TELA E IN UNO SCATTO - a cura della Galleria d'arte Triskelion
La rinascita di un guscio rotto
Emozioni su tela e in uno scatto.
Pittura e fotografia a confronto per testimoniare la vitalità dell’arte al di là dello spazio e del tempo.
Di Rosa Orsini
“La rinascita di un guscio rotto” è un titolo che contiene in sé tanto da dire. Dietro l’apparente semplicità di un’immagine si contempla il mistero dell’esistenza racchiuso nel nucleo di una forma, che nel suo processo evolutivo conduce alla vita e, nell’accezione deterministica, ad un rinnovamento di essa. L’”uovo” assume quindi attraverso il simbolo a lui conferito dal pensiero umano, il significato della nascita e della vita, della morte e soprattutto della rinascita.
Il valore intrinseco alla forma, a cui l’arte ha dato voce fin dall’antichità, è scelto come messaggio positivo a fronte di una condizione drammatica contingente ed universale, e assunto a tema della kermesse di artisti chiamati ad esprimere attraverso le arti visive, pittura e fotografia, la condizione comune dell’uomo di oggi.
Navighiamo in tempi difficili, inconcepibili per menti proiettate verso quel progresso tecnologico in cui la società contemporanea ha riposto sogni e speranze. Eppure il Covid-19 ci ha messi a terra, minando le nostre sicurezze, cambiando le nostre abitudini. Una minaccia invisibile ma reale, di fronte alla quale riscopriamo la nostra umana fragilità, unita ad un senso di impotenza e smarrimento. Dietro la porta la paura del domani, cosicché abbiamo interrotto le attività, confinandoci nelle nostre case e confidando nella rete. Ci manca il contatto umano, il quotidiano. Abbiamo necessità di ritornare alla normalità, se così possiamo chiamarla. In altre parole abbiamo bisogno di ricominciare a vivere. Abbiamo bisogno di una “rinascita”.
L’arte è chiamata a partecipare a questo sentimento condiviso. E con essa si estende l’invito a riprendere in mano la nostra vita, con la consapevolezza che dovremmo cambiare di molto e in meglio se vogliamo salvare l’umanità.
Un’umanità che deve riscoprire i valori morali. Valori sempre riflettuti in campo filosofico, teologico, esistenziale, individuati attraverso i simboli, ossia quei codici tramandati di generazione in generazione, che racchiudono profondi concetti e che ci parlano in un altro modo rispetto alla parola, come avviene per l’arte.
L’”uovo” è per antonomasia simbolo universale della creazione e della rinascita. Recuperando il soggetto dell’uovo, ritroviamo i significati di una lunga riflessione che nel tempo è approdata a considerazioni anche discordanti. L’espressione, il valore e l’essenza di un soggetto naturale declinato dagli artisti a supporto di un’idea, lo arricchisce di una forte valenza comunicativa. Ed è quella che ritroviamo espressa nel quadro l”Aurora” di Dalì del 1948, scelto come immagine della locandina della kermesse artistica. Un quadro che diventa vessillo con un forte valore propagandistico e sociale. L’uovo, alle cui estremità sono ancorati ponteggi di sostegno, si apre alla luce che irradia il cielo e la terra. L’alba di una nuova era si prospetta di fronte a noi.
La cromia accesa sprigiona energia e vigore. Dipingendo un nuovo uomo che nasce dall’embrione di un uovo rotto, Dalì auspica al sorgere di una umanità rigenerata. Un nuovo mondo si presenta, una nuova epifania, per chi crede, un pensiero rinvigorito da una nuova consapevolezza, per chi ha fiducia nell’uomo. L’uovo, quindi, gigantesco e pesante, si allarga per dare spazio ad una fulgida aurora. E’ il sole o un tuorlo? Ma cosa importa. Nel mondo surrealista di Dalì ogni cosa diventa altro, si deforma, muta la sua struttura tramite un processo di trasformazione e trasmutazione, dove solido e liquido, caldo e freddo, sono soltanto definizioni date dal nostro pensiero, ribaltate dal potere dell’inconscio.
Una libertà di interpretazione e di rappresentazione sostenuta anche in questo contesto espositivo, dove gli artisti sono stati invitati a dare testimonianza del coinvolgimento dell’arte nel sociale, al fine di far fluire in un dialogo interdisciplinare tra pittura e fotografia le vibrazioni emotive del nostro tempo.
La risposta allo stimolo della tematica ha prodotto, nella variante interpretativa, una ricca vetrina di soggetti a loro modo collegati al concetto di base. Il messaggio naturalmente nella scala de valori non può essere che positivo. Parliamo di rinascita coinvolgendo emozioni e percezioni sensoriali nell’intento di trasmettere un messaggio di fiducia. Lo dimostra l’uso delle cromie accese che domina come elemento comunicativo foriero di speranza, e che mette d’accordo i vari artisti le cui opere si distinguono soprattutto per i contenuti compositivi. Infatti, se da una parte è presente il recupero del soggetto dell’uovo in una sorta di continuità col significato che appartiene al linguaggio pittorico, nella riproduzione concettuale o prettamente naturalistica, dall’altra assistiamo ad una interpretazione più realistica e quindi meno astratta, di una visione legata al vivere e alla quotidianità.
Si auspica alla ripresa della vita nelle città, che brulica tra le strade, nei mercati rionali, alla riscoperta dei sapori antichi, recuperando il senso di appartenenza con il passato e con la storia. Tema che coinvolge anche i valori che sorreggono la convivenza civile e che hanno contribuito a fondarne le basi. In questo contesto artistico la vita è sempre avvertita come un dono prezioso, così come la natura, che va preservata dall’incuranza e dal progresso scellerato. Una condanna agli errori dell’uomo, quindi, che hanno minato l’equilibrio alterando il sistema, una sorta di “J’accuse” che fa appello al senso di responsabilità di tutti verso i rischi di una caduta inarrestabile.
Infine, il richiamo a soggetti biblici e mitologici, come l’araba fenice. Ciò evidenzia come il simbolismo e l’allegoria restino elementi cardine del pensiero umano, che da sempre incorre in un processo di cambiamento, in una evoluzione che coinvolge l’umanità nel suo intero e dal suo interno, attraverso un processo di purificazione verso sentimenti più elevati. Il messaggio della rinascita si riflette quindi nell’auspicio della nascita di un bambino puro ed innocente, portatore di nuove idee e artefice di un nuovo futuro.
L’idea dell’uomo nuovo si aggancia alla concezione di un nuovo umanesimo. È l’idea espressa nel dipinto del genio spagnolo. Evidente quindi come il quadro sia di forte attualità, nonostante il passare degli anni, e come il titolo della rassegna si riagganci all’idea di una metamorfosi dell’uomo, di una evoluzione del pensiero, che cresce in embrione, come un tuorlo, e che una volta schiuso il guscio appaia al mondo accedendo di speranza e di luce l’umanità. E così Il messaggio diviene universale.
A Piazza Armerina, in un territorio ricco di cultura, ma con un fervore ancora troppo sopito, nel dicembre 2016 nasce l’associazione culturale “Triskelion”, che ha la sua espressione più grande con l’inaugurazione dell’apertura della Galleria d’arte, avvenuta nel giugno 2018.
Lo scopo è sempre stato quello di praticare periodicamente “atti di bellezza privi di senso” con l’intento di sensibilizzare atti di “gentilezza a casaccio”, come scrisse la giornalista Anne Herbert.
Così, generosamente, diversi artisti si incontrano, si confrontano, si propongono ri-animando una città dagli antichi fasti, in un susseguirsi di vernissage, finissage, performances, con opere capaci di emozionare un pubblico vario, curioso di vivere attimi di arte, a volte - ma solo apparentemente! - privi di senso.
Un susseguirsi di immagini nuove con le personali di pittura e le collettive, ma anche di occasioni di riflessione e di ascolto di opere letterarie e poesie, di visione di cortometraggi, teatro a grande schermo, workshop di arti performative o di fotografia, corsi di pittura o scultura.
In questo contesto, per certi versi sperimentale, sono nate diverse collaborazioni, tra le quali quelle con “!gnorarte”, del maestro Salvatore Cammilleri, Roma, sfociata nella collettiva d’arte “Exclamation!” che ha visto protagonisti artisti di fama nazionale e internazionale; “il Coséificio”, che fa capo al maestro Gianni Ruggeri, ceramista di Barrafranca, che ha portato a Piazza Armerina opere di grande fattura con la collettiva “Connessioni”.
Ed ancora la collaborazione con l’associazione “Tantenote”, che ha coniugato l’arte al jazz.
Le attività della galleria suscitano l’interesse anche di associazioni che si occupano di natura, come Legambiente, o problemi sociali, come Donne insieme “Sandra Crescimanno.
Tra le iniziative che riscontrano più interesse sono sicuramente le estemporanee di pittura a premi: impulso di un confronto continuo tra artisti, siano essi professionisti o dilettanti.
La 2° edizione, tenutasi nell’agosto 2020, dal titolo “Emozioni su tela: la rinascita di un guscio rotto”, ha avuto come scopo la condivisione di memoria per quei frammenti di vite sospese in una esistenza cristallizzata. Ma l’umano è respiro e contatto, rinnovato movimento di nascita per la libertà di espressione di artisti, professionisti e dilettanti.
Chi segue le attività della galleria d’arte lo fa con gioia, sapendo di poter interagire con artisti che giungono a Piazza Armerina da tutta Italia, e dà la carica all’associazione “Triskelion” per continuare a proporre cose sempre nuove e diverse, con un unico filo conduttore: arte, cultura, amicizia, comunità.