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LA CASA SOTTO LE STELLE - Valeria Faillaci
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La chiarezza delle “cose” sta nella luce. L’arte, la poesia in quanto tali non sono espressione di una norma morale, piuttosto equivalgono ad un atto di donazione che l’artista esterna, mettendo a disposizione di tutti la propria esperienza. Valeria Faillaci vuole farci cogliere il senso dell’eterno, dell’amore. Ci vuole fare accostare ai suoi principi, vuole farci scavare dentro
di noi attraverso il simbolo, attraverso le sue metafore e i suoi pennelli interiori che attingono colori da una matrice esterna a questo mondo, divina. Quella di Valeria può considerarsi anche un’indagine psicologica, uno scandaglio interiore, un viaggio non dal presente nel passato ma nell’attualizzazione del proprio vissuto interiore. È un dialogo che la poetessa fa con la propria vita, non solo quella vissuta nella propria gabbia corporea ma anche quella vissuta in altre dimensioni. Noi possiamo ascoltare e rivedere, in questo dialogo conoscitivo, la ragione che dà spiegazione ai sentimenti in una fusione a tratti psicanalitica e simbolica.
Valeria ha suddiviso, la raccolta poetica, “La casa sotto le stelle”, in tre parti, inserendo per prima una pubblicazione che curai personalmente alla fine degli anni ’80, quando mi accorsi della luminosità della sua anima. Proprio la poesia , volutamente senza titolo, tratta dalla prima raccolta “Voci di altri luoghi”, tratteggia la fisionomia interiore dell’artista, altro non è che l’immagine di chi chiede giustizia per ciò che la propria anima ha affrontato nel cammino delle esistenze. Un’anima non “personale” ma l’anima del mondo.
Cristo
lava i piedi
ai suoi persecutori
anche tu
potresti
lavare tutta una vita ...
La seconda parte comprende delle poesie dal 1995 al 2005 “Come una lettera d’amore”. Sono gli anni dei cambiamenti, della sofferenza e delle perdite, ma anche gli anni della consapevolezza, della conoscenza di sé:
Ho sognato
una musica
che era un quadro
che era una poesia
che ero io.
L’ultima parte riguarda il periodo dal 2007 al 2019. È il ritrovarsi, il cercare se stessa attraverso il passato. Valeria volge sempre il suo sguardo verso il passato, è da lì che prende la maggiore ispirazione, la nostalgia per ciò che è stato. Attraverso il passato ci mette in guardia sul futuro, cogliendo in anticipo i tempi che verranno.
Mezzogiorno
solitudini d’ombre
sciolgono al tempo
trecce di destino
su lunghi orizzonti
di cera.
Bambina
volge l’anima
l’erta del cielo
col cerchio giocando
sui prati
in dolce meraviglia
Commentare ed esternare la propria visione rispetto all’opera artistica, di una persona che si conosce negli aspetti più intimi e personali non è cosa facile. Si rischia di perdere la rotta, di confonderne i ruoli. Ma nel caso del poeta, nel caso della poesia non ci si può mai sbagliare. La poesia detta la via, non è il poeta a parlare ma è la sua diretta connessione con la parte più alta, quella che nell’albero della vita della Cabala si definisce il punto più alto Keter, contrapposto a Malkuth. Il poeta è solo un tramite, un utile mezzo, e per noi che godiamo delle sue ispirazioni, delle sue intuizioni è un piacere raccoglierne il respiro. Il respiro dell’anima!
Fabio Furnari
di noi attraverso il simbolo, attraverso le sue metafore e i suoi pennelli interiori che attingono colori da una matrice esterna a questo mondo, divina. Quella di Valeria può considerarsi anche un’indagine psicologica, uno scandaglio interiore, un viaggio non dal presente nel passato ma nell’attualizzazione del proprio vissuto interiore. È un dialogo che la poetessa fa con la propria vita, non solo quella vissuta nella propria gabbia corporea ma anche quella vissuta in altre dimensioni. Noi possiamo ascoltare e rivedere, in questo dialogo conoscitivo, la ragione che dà spiegazione ai sentimenti in una fusione a tratti psicanalitica e simbolica.
Valeria ha suddiviso, la raccolta poetica, “La casa sotto le stelle”, in tre parti, inserendo per prima una pubblicazione che curai personalmente alla fine degli anni ’80, quando mi accorsi della luminosità della sua anima. Proprio la poesia , volutamente senza titolo, tratta dalla prima raccolta “Voci di altri luoghi”, tratteggia la fisionomia interiore dell’artista, altro non è che l’immagine di chi chiede giustizia per ciò che la propria anima ha affrontato nel cammino delle esistenze. Un’anima non “personale” ma l’anima del mondo.
Cristo
lava i piedi
ai suoi persecutori
anche tu
potresti
lavare tutta una vita ...
La seconda parte comprende delle poesie dal 1995 al 2005 “Come una lettera d’amore”. Sono gli anni dei cambiamenti, della sofferenza e delle perdite, ma anche gli anni della consapevolezza, della conoscenza di sé:
Ho sognato
una musica
che era un quadro
che era una poesia
che ero io.
L’ultima parte riguarda il periodo dal 2007 al 2019. È il ritrovarsi, il cercare se stessa attraverso il passato. Valeria volge sempre il suo sguardo verso il passato, è da lì che prende la maggiore ispirazione, la nostalgia per ciò che è stato. Attraverso il passato ci mette in guardia sul futuro, cogliendo in anticipo i tempi che verranno.
Mezzogiorno
solitudini d’ombre
sciolgono al tempo
trecce di destino
su lunghi orizzonti
di cera.
Bambina
volge l’anima
l’erta del cielo
col cerchio giocando
sui prati
in dolce meraviglia
Commentare ed esternare la propria visione rispetto all’opera artistica, di una persona che si conosce negli aspetti più intimi e personali non è cosa facile. Si rischia di perdere la rotta, di confonderne i ruoli. Ma nel caso del poeta, nel caso della poesia non ci si può mai sbagliare. La poesia detta la via, non è il poeta a parlare ma è la sua diretta connessione con la parte più alta, quella che nell’albero della vita della Cabala si definisce il punto più alto Keter, contrapposto a Malkuth. Il poeta è solo un tramite, un utile mezzo, e per noi che godiamo delle sue ispirazioni, delle sue intuizioni è un piacere raccoglierne il respiro. Il respiro dell’anima!
Fabio Furnari