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DIEGO E LA GIRAFFA - di Luigina Bozzi - II edizione

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Prefazione

di Marco Chiaravalle


Cos’è una favola? Secondo l’etimo classico, un breve racconto i cui protagonisti sono insieme con gli uomini, animali, piante o esseri inanimati e che, in modo più o meno esplicito, racchiude al suo interno una morale o una perla di saggezza.

Diego e la Giraffa rappresenta allora, in tutta evidenza, la fabula per antonomasia.

La storia di Diego è semplice e al tempo stesso universale, è quella di un bambino e del suo percorso di crescita e maturazione attraverso l’esperienza di un “fantastico incontro”, quello con gli animali, che lo metterà in condizioni di rispondere e vincere le sfide che gli sono di fronte e che, sono quelle di molti bambini come lui: la paura di restare soli di fronte al mondo di fuori, così vasto e sconosciuto e di doversi confrontare con esso, con i suoi aspetti a volte misteriosi, a volte incomprensibili per i bambini, in quanto facenti parte di un mondo costruito da e per gli adulti.

Diego ce la farà a vincere queste paure e saranno proprio gli animali, ad aiutarlo nel percorso, con naturalezza, perché se la natura concreta è stata la culla dell’uomo, l’ambiente materno dal quale prendere e ricevere, a maggior ragione essa è l’ambiente, in senso astratto e letterario ovviamente, più adatto affinché un bambino realizzi il suo primo viaggio, fatto di gioco, divertimento e sano disincanto, realizzando così quella condizione, l’infanzia, che molti adulti rimpiangono.

La giraffa, il leone, l’elefante e il daino, sono i compagni immaginari di Diego, quasi a formare una banda dapprima, capace di far maturare in lui il senso dell’amicizia e della comunità, che alla fine diverrà una vera e propria allegra e allegorica famiglia.

Sono le esperienze di gioco in una ambiente come quello della foresta, in senso metaforico quindi, del mondo complicato con il quale Diego e tutti i bambini devono necessariamente confrontarsi, a far crescere il protagonista, a fargli incontrare quello che è più lontano e diverso da lui, il collo lungo della giraffa e il senso dell’altezza, la grandezza del pachiderma e la sua goffa enormità, la forza del leone che non deve incutere timore, ma indurre al coraggio, a osare la conoscenza, la velocità del daino che corre, libero e leggero, per arrivare di nuovo alla esperienza della nascita con Lulli, ove il quadro generale della favola si compone, portando delicatamente a compimento la verità morale in essa presente: Diego avrà una nuova famiglia, composta dai suoi cari e dagli animali e vivrà d’ora in avanti in una casa fatta di cioccolato, ovvero chiudendo il suo piccolo grande viaggio nella dolcezza e nell'amore che il mondo gli donerà, tenendo ben presente che si tratta di un mondo composto sia da animali sia da umani, perché in un bambino i contorni tra realtà e fantasia sono sempre sovrapposti e intrecciati.

Qualcuno potrebbe chiedersi se in un mondo come il nostro vale ancora la pena leggere una favola, la risposta a mio avviso è contenuta in una nota del grande scrittore cileno Pablo Neruda: “Ognuno ha una favola dentro che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti.” Diego ela Giraffa è una di quelle favole che va letta anche e soprattutto per chi, adulto, non riesce più a leggersi dentro e a trovare la favola perduta, va letta e raccontata come afferma Neruda, con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la capiranno e la ameranno i bambini, tutti: quelli che guardiamo ridere e giocare nei parchi, nei giardini delle scuole e nelle nostre case e quelli che, un giorno, divenendo adulti, abbiamo nascosto dentro di noi.




testi di "Luigina Bozzi e Armando Bertozzi"

ILLUSTRAZIONE INTERNE DI: FLAVIA ODIERNA

illustrazioni e giochi di: ALESSANDRO CIVES

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