- Store
- >
- Categorie
- >
- Terre Sommerse Edizioni
- >
- Musica
- >
- Jazzando
- >
- WE COLONIZED SOULS - di Toni Germani
WE COLONIZED SOULS - di Toni Germani
Nuovo lavoro discografico del sassofonista Toni Germani, che a brani originali unisce la rivisitazione di grandi classici della musica pop internazionale.
Toni Germani Quartet, We Colonized Souls (Terre Sommerse, 2019)
Toni Germani, tenor and alto sax, voice; Gegè Albanese, piano and rhodes; Stefano Cesare, double bass; Davide Pentassuglia, drums. Recorded in Rome, May 2018.
Toni Germani è sassofonista, clarinettista, compositore, cantante quando è necessario. È nato a Roma. Il suo percorso creativo pluridecennale è costellato da numerose collaborazioni, non solo in ambito jazzistico ma nei generi più disparati. “We Colonized Souls” è il decimo disco a suo nome e il primo pubblicato da Terre Sommerse. I musicisti che lo accompagnano sono attivi e noti sulla scena musicale romana e hanno già partecipato ad un disco di Germani di qualche anno fa (“Argonautas Líricos”, 2012).
Questo disco è probabilmente, per alcuni aspetti, un tipico frutto della mezza età: lo sguardo inizia a volgersi indietro, un po’ per il crescente peso che il passato comincia ad avere nel cervello, un po’ per il desiderio di riattingere alle motivazioni e alle influenze musicali originarie, con i sentimenti e le emozioni che le hanno accompagnate. Da lì la scelta di alcune delle canzoni che hanno “sonorizzato” infanzia e adolescenza trascorse in compagnia di amici più rocchettari che jazzofili, tra le strade di un quartiere periferico e le prime “escursioni” in città, tra le prime “trasgressioni” e scoperte e un acerbo impegno politico.
D’altro canto, è anche una sorta di riflessione “tra il serio e il faceto” su quella che è una ossessione di vecchia data per l’“autenticità”, intesa come legame sincero, ossia meno mediato possibile, tra mondo interiore ed espressione creativa, dentro e oltre qualsiasi scelta stilistica o di linguaggio. Mondo interiore naturalmente composito, fatto di tanti colori, tanti linguaggi, sentimenti ed emozioni contrastanti…
Infine, il titolo. È ispirato da quello di un bellissimo disco di Roland Kirk, “We Free Kings”, e può essere interpretato sia in forma attiva, “Noi abbiamo colonizzato anime”, sia in forma passiva, “Noi anime colonizzate”: reciprocità, ambivalenza, molteplicità, insensatezza di qualsiasi pretesa ottusamente identitaria…
Toni Germani is saxophonist, clarinetist, composer, singer when necessary. He was born in Rome. His decades-long creative career is punctuated by numerous collaborations, not only in jazz but in the most diverse genres. "We Colonized Souls" is the tenth record in his name and the first published by Terre Sommerse. The musicians who accompany him are active and well-known on the music scene in Rome and have participated in one of Germani’s albums some years ago ("Argonautas Líricos", 2012).
This record probably is, in some respects, a typical fruit of middle age: the look begins to turn back, a little for the growing weight that the past begins to have in the brain, partly because of the desire to reactivate the original musical motivations and influences, with the feelings and emotions that have accompanied them. From there the choice of some of the songs that have "sonorized" childhood and adolescence spent in the company of friends more rock fans than jazzophiles, between the streets of a suburb and the first "excursions" in the city, among the first "transgressions" and discoveries and a bitter political commitment.
On the other hand, it is also a sort of reflection "between the serious and the facetious" on what is a long-standing obsession for "authenticity", understood as a sincere bond, that is, as little mediated as possible, between the inner world and creative expression, within and beyond any stylistic or language choice. Naturally composite inner world, made of many colors, so many languages, mixed feelings and emotions...
Finally, the title. It is inspired by that of a beautiful Roland Kirk album, "We Free Kings", and can be interpreted both in an active form, "We have colonized souls", and in passive form, "We, colonized souls": reciprocity, ambivalence, multiplicity , senselessness of any obtusely identity claim...