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IL FAMOSO CASO SCIACCA - di Francesco Savasta
Da troppi anni imperversano sul mercato edizioni de Il famoso Caso di Sciacca di Francesco Savasta, ma solo quelle anastatiche dell’edizione di Palermo del 1843 a cura del sac. Di Marzo stampata dalla tipografia Pensante.
Oggi quell’edizione ci è sembrata superata, vuoi nei primi due trattati che parlano della città di Sciacca e delle nobili famiglie che vi dimoravano, vuoi per i tanti errori che la costellano, compresa una punteggiatura che non favorisce la moderna lettura. Abbiamo quindi deciso di riproporre i trattati terzo e quarto, quelli che narrano la storia del primo e del secondo Caso di Sciacca, tralasciando di far parlare il Savasta sia sull’origine della città con nozioni oggi superate dalla moderna storiografia, sia sulla genealogia delle famiglie nobili che i moderni studi di storia locale e siciliana hanno aggiornato con importanti e documentate notizie.
Per cui presentiamo in paginazione moderna i trattati terzo e quarto, lasciando che il Savasta narri con il suo stile le vicende che occorsero nel ‘500 fra le famiglie rivali, solo aggiustando qua e là sia gli errori vistosi, dovuti all’autore, al curatore e al proto dell’epoca, sia cercando di aggiustare la punteggiatura nel tentativo di rendere meglio leggibile il testo.
Biografia autore: Francesco Savasta nacque a Sciacca nel 1673 da genitori nobili ma poco provvisti di beni.
Tuttavia potè studiare ottenendo buoni risultati, con disposizione per le lettere e una certa tendenza per la religione, tanto che fu indeciso se indossare l’abito talare. Ma le ristrettezze economiche lo fecero propendere per la medicina che a quel tempo assicurava guadagni maggiori. L’opera per cui è noto resta Il famoso caso di Sciacca in cui compendiò tutte le notizie sui fatti di sangue accorsi fra la famiglie Luna e Perollo, attingendo dagli autori che prima di lui avevano scritto memorie, notizie e storie sui fatti, e particolarmente dalla memoria del notaio Federico Giuffrida del 1529 e da quella del notaio Emmanuele Triolo che fu testimone del primo caso.