- Store
- >
- Categorie
- >
- Terre Sommerse Edizioni
- >
- Musica
- >
- Jazzando
- >
- IN THE MIDDLE - Nicola Puglielli
IN THE MIDDLE - Nicola Puglielli
NICOLA PUGLIELLI - acoustic guitar
ELVIO GHIGLIORDINI - utes
ANDREA BENEVENTANO - piano
GERARDO BARTOCCINI - bass
ARMANDO SCIOMMERI - drums
Tracce:
STROLLIN’ (Horace Silver)
WHAT IS THIS THING CALLED LOVE ? (Cole Porter)
ASPETTANDO CATERINA (Nicola Puglielli)
MY SHINING HOUR (Harold Arlen)
RITROVARSI (Nicola Puglielli)
I PIACERI D’AMORE (Nicola Puglielli)
ASK ME NOW (Thelonius Monk)
STUMBOP (Nicola Puglielli)
INUTIL PAISAGEM (A. C. Jobim)
IN THE MIDDLE (Nicola Puglielli)
"Il nostro nuovo Maestro italiano del buon gusto...Una nuova stella della Chitarra Jazz"
(Akustik Gitarre- 3/00)
“Una sorpresa per chi aveva dimenticato la chitarra acustica
(Vittorio Lo Conte-All About Jazz, 1/00)
“Muovendo dal jazz più tradizionale per chitarra, si allarga ad un espressionismo di tipo europeo” (Giovanni Palombo-Chitarre, 2/00)
“Eleganza acustica...capace di scivolare sulla melodia esaltandone le linee più
morbide” (Emiliano Corraretti- Repubblica, 9/11/00)
Scegliere uno strumento acustico significa scommettere sul suono della sua essenza come su quella tua.
Implica la ricerca di un suono che crei un impatto fisico, sia interno che esterno.
Inoltre conduce a una profonda ricerca delle ragioni che portano un artista ad esprimersi in musica, visto che gli strumenti elettrici ed elettronici offrono una vasta gamma di possibilità già definite.
Per qualche tempo la chitarra elettrica ha aperto orizzonti di grande libertà ( basti pensare a Jimi Hendrix o Frank Zappa), ma in seguito la prospettiva di questo strumento ha iniziato ad essere cristallizzata e stereotipata.
In questo album Nicola Puglielli ci fa dono di dieci tracce in cui la sua chitarra acustica sebbene in evidente armonia, con gli altri strumenti è preminente.
Il suo suono interiore si spiega sia in un fraseggio lento e distillato che in veloci sequenze isocrone ravvivate da improvvisi accenti e accelerazioni, deviazioni su passaggi accordali, momenti suggestivi con doppie note, tremoli alla Django Reinhardt, bending blues, arpeggi estesi.
Il tutto dona profondità ad una musica elegante, di alta qualità, completamente godibile, costruita con sfumature delicate.
La sua musica scorre in modo eufonico, affascinante e rilassante, con un approccio fresco a metà strada tra la severità di Lee Konitz e la saudade brasiliana (come si evince da Inutil Paisagem di Jobim).
Comunque dietro le note della sua chitarra non è difficile scorgere tracce delle sue ricerche sul mondo Manouche ( da cui provenivano i primi importanti suonatori europei di jazz ).
Puglielli ispirato a Jim Hall (nei suoi duetti con Bill Evans, come in My Shining Hour) e dalla chitarra- orchestra di Joe Pass (In the Middle), esplora combinazioni accostando strumenti e suoni (duo e quartetto, con flauto, piano, contrabbasso e batteria che si aggiungono).
Le improvvisazioni ( dalla vivace immaginazione), le esecuzioni (interpretazioni originali di brani classici, con Ask Me Now di Monk e What Is This Thing Called Love) e le composizioni originali di Puglielli (spesso lontane dalle convenzioni abituali, come I Piaceri D’amore) sono tutte valorizzate dal suo suono.
L’attacco della sua mano destra mostra una grande forza, le note sono chiare e nette -anche nei tempi veloci- come fossero scolpite, linee melodiche e figurazioni ritmiche di grande espressività scaturiscono dalla vibrazione delle corde.
La chitarra, strumento antico come pochi altri, può ancora stupirci con piacevoli sorprese.
Luigi Onori (Musica Jazz)