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- IL VIAGGIO - Kimiya Pino Mazzarano e Peppe Fortunato -
IL VIAGGIO - Kimiya Pino Mazzarano e Peppe Fortunato -
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Il viaggio (Fortunato - Mazzarano) - 6:26
Orient Express (Fortunato-Mazzarano) - 4:50
A Thousand Years (Sting) - 7:11
Your Land (Mazzarano-Fortunato) - 5:05
Infant Eyes (Wayne Shorter) - 4:39
Nena (Mazzarano-Fortunato) - 6:16
Wilde (Mazzarano - Fortunato) - 4:58
Ida Lupino (Carla Bley) - 5:49
Out Of Control (M. Jagger - K. Richards) - 6:44
INSOLITE ESPLORAZIONI DI UN PERCORSO ALCHEMICO.
Se «tutti i viaggi seri della vita hanno un capolinea ferroviario» - sosteneva Oscar Wilde - c’è nella musica del gruppo Kimíya (‘Alchimia’ in arabo e persiano) un senso di apertura verso il mondo che non presuppone fermate. Anzi, ogni brano è una “stazione” del ritmo in cui ogni strumento musicale diventa un mezzo di trasporto immaginifico e poetico.
È questa una delle chiavi di lettura del meraviglioso disco realizzato da Pino Mazzarano e Peppe Fortunato: un titolo come Il viaggio non identifica solo la straordinaria sensibilità inquieta di musicisti sempre in cerca di una scintilla; esprime altresì una geografia sonora piacevolmente irregolare, fuori dalle righe, con una pulsazione non predefinita.
È così che i cinque brani originali risultano brani in cui l’alchimia sonora fra gli strumenti disegna un timbro accattivante e dolce, ed al tempo stesso energico e vitale.
Si strizza l’occhio al jazz, al rock e alla world music, ma soprattutto al piacere puro della melodia, che caratterizza ogni brano con i suoi riverberi, gli assoli, le improvvisazioni.
C’è insomma il bagaglio completo di musicisti abituati a dialogare a tu per tu, con un dna “mediterraneo” nel suono che buca l’ascolto ad ogni battuta.
La naturalezza musicale e il perfetto missaggio si sposano benissimo anche con i “suoni urbani” del viaggio vero e proprio, avvertibili in più di un brano. Mentre l’essenza del disco è sublimata da quattro magnifiche cover di altrettanti capolavori, in una visione nuova e di grande pregio armonico. Brani diversissimi l’uno dall’altro, ma tasselli da non perdere di un viaggio che vi sorprenderà a ogni tappa. Perché, in fondo, aveva ragione Charles Baudelaire: se i desideri dei viaggiatori «hanno la forma delle nuvole», quelli di Kimíya
hanno la forma di note musicali, cuori leggeri che s’allontanano come palloni. Sta a voi non perderli di vista, affinché l’alchimia dell’ascolto si riveli magica ogni volta.
Livio Costarella (critico musicale - Gazzetta del Mezzogiorno)
Pino e Peppe ringraziano: Monica Antonelli per la scultura in copertina; Żaneta Nawrot e Franco Demattia per le foto; Irene Cannone per il copy; Maurizio Vinci per il progetto grafico; Ale Baldi per il videomaking; Fabio Furnari per Terre Sommerse; i musicisti che hanno condiviso questo viaggio. Pino ringrazia: Alfonso Annecchiarico (Cocco Strings); Piero Pascale (c. elettriche); Gabriele Ballabio (c. classiche). Mimmo ringrazia: Norberto Rizzi (Yamaha Italia). Un ringraziamento particolare a: Mimmo Campanale; Sonia Addario; Massimo Stano; Ale Baldi; Livio Costarella; Alessia; Niccolò; Daniela; Manuel.
Orient Express (Fortunato-Mazzarano) - 4:50
A Thousand Years (Sting) - 7:11
Your Land (Mazzarano-Fortunato) - 5:05
Infant Eyes (Wayne Shorter) - 4:39
Nena (Mazzarano-Fortunato) - 6:16
Wilde (Mazzarano - Fortunato) - 4:58
Ida Lupino (Carla Bley) - 5:49
Out Of Control (M. Jagger - K. Richards) - 6:44
INSOLITE ESPLORAZIONI DI UN PERCORSO ALCHEMICO.
Se «tutti i viaggi seri della vita hanno un capolinea ferroviario» - sosteneva Oscar Wilde - c’è nella musica del gruppo Kimíya (‘Alchimia’ in arabo e persiano) un senso di apertura verso il mondo che non presuppone fermate. Anzi, ogni brano è una “stazione” del ritmo in cui ogni strumento musicale diventa un mezzo di trasporto immaginifico e poetico.
È questa una delle chiavi di lettura del meraviglioso disco realizzato da Pino Mazzarano e Peppe Fortunato: un titolo come Il viaggio non identifica solo la straordinaria sensibilità inquieta di musicisti sempre in cerca di una scintilla; esprime altresì una geografia sonora piacevolmente irregolare, fuori dalle righe, con una pulsazione non predefinita.
È così che i cinque brani originali risultano brani in cui l’alchimia sonora fra gli strumenti disegna un timbro accattivante e dolce, ed al tempo stesso energico e vitale.
Si strizza l’occhio al jazz, al rock e alla world music, ma soprattutto al piacere puro della melodia, che caratterizza ogni brano con i suoi riverberi, gli assoli, le improvvisazioni.
C’è insomma il bagaglio completo di musicisti abituati a dialogare a tu per tu, con un dna “mediterraneo” nel suono che buca l’ascolto ad ogni battuta.
La naturalezza musicale e il perfetto missaggio si sposano benissimo anche con i “suoni urbani” del viaggio vero e proprio, avvertibili in più di un brano. Mentre l’essenza del disco è sublimata da quattro magnifiche cover di altrettanti capolavori, in una visione nuova e di grande pregio armonico. Brani diversissimi l’uno dall’altro, ma tasselli da non perdere di un viaggio che vi sorprenderà a ogni tappa. Perché, in fondo, aveva ragione Charles Baudelaire: se i desideri dei viaggiatori «hanno la forma delle nuvole», quelli di Kimíya
hanno la forma di note musicali, cuori leggeri che s’allontanano come palloni. Sta a voi non perderli di vista, affinché l’alchimia dell’ascolto si riveli magica ogni volta.
Livio Costarella (critico musicale - Gazzetta del Mezzogiorno)
Pino e Peppe ringraziano: Monica Antonelli per la scultura in copertina; Żaneta Nawrot e Franco Demattia per le foto; Irene Cannone per il copy; Maurizio Vinci per il progetto grafico; Ale Baldi per il videomaking; Fabio Furnari per Terre Sommerse; i musicisti che hanno condiviso questo viaggio. Pino ringrazia: Alfonso Annecchiarico (Cocco Strings); Piero Pascale (c. elettriche); Gabriele Ballabio (c. classiche). Mimmo ringrazia: Norberto Rizzi (Yamaha Italia). Un ringraziamento particolare a: Mimmo Campanale; Sonia Addario; Massimo Stano; Ale Baldi; Livio Costarella; Alessia; Niccolò; Daniela; Manuel.