- Store
- >
- Categorie
- >
- Terre Sommerse Edizioni
- >
- Musica
- >
- Classica
- >
- SEI PER DUE - Ianus Piano Due
SEI PER DUE - Ianus Piano Due
IANUS PIANO DUO Orietta Caianiello e Antonio Sardi de Letto
Live recording del concerto del 30 marzo 2003
Roma, Pontificio Istituto di Musica Sacra
Tecnico: Silvio Piersanti
Revisione note e traduzioni: Elisabetta Di Pietrantonio
Immagine di copertina: Le anges s’etonnent , disegno del 1923 di Jean Coctau
Les Six
Fu il critico Henri Collet a dare il nome di Groupe des Six, nel 1920, al gruppetto di musicisti e compagni di Conservatorio che nei primi anni ’20, nella Parigi delle avanguardie artistiche, espressero una fervida e ironica vena di militanza antiaccademica ricercando nell’estetica la più trasgressiva delle qualità, quella della semplicità del quotidiano. Questi furono Francis Poulenc, Darius Milhaud, Germaine Tailleferre, Georges Auric e Louis Durey.
Animati da una vivace vena anticonformista, alle estetiche dominanti del wagnerismo, alla dodecafonia e perfino all’impressionismo, i Sei preferirono le melodie dei music hall e i ritmi jazz afroamericani che già echeggiavano nei cafés parigini. La frizzante atmosfera della Ville lumière era carica di attrazioni ed esotismi forniti dalle nuove correnti artistiche, dalla cinematografia, dai ballets russi e svedesi , nonché dagli ultimi ritrovati tecnologici presentati alle esposizioni universali. Ad esprimere il manifesto estetico dei Sei pensò il prolifico e sfaccettato Jean Cocteau ne “Le Coq e l’Arlequin”, e fu attorno a lui, e al carismatico ma schivo Satie, che i cosiddetti “nuovi giovani” (nel 1918 il più vecchio, Durey, aveva trent’anni e Auric e Poulenc 19) ruotarono per alcuni anni. Amici, ma non propriamente affini, Poulenc, Milhaud, Honegger, Durey, Auric e Tailleferre si produssero in un solo lavoro collegiale, Les Mariés de la Tour Eiffel del 1921, non destinati a percorrere una lunga strada insieme, ma decisi a voler conservare la propria originalità. Mentre Satie si ritirerà ad Arcueil, morendo in miseria, gli altri continuarono a incontrarsi in un locale, Le Boeuf sur le Toit, che divenne il nome di una celebrata composizione di Milhaud. La loro amicizia fu durevole e le sei spiccate personalità continuarono nel tempo a seguire i loro fortunati percorsi individuali.
George Auric (1899-1983) fu intimo amico di Cocteau, di cui musicò ben due film, Il Sangue di un Poeta e La Bella e la Bestia, ed è al cinema che dedicò gran parte della sua produzione, collaborando, in un asse Parigi – Hollywood, con grandi registi come Réné Clair e il William Wyler di Vacanze Romane. Scrisse anche numerosi balletti, tra cui L’eventail de Jeanne del 1927, musica pianistica e cameristica, e alcuni brani per due pianoforti, Double Jeux I, II e III. Une Valse è del 1949 e, pur appartenendo ad un’epoca matura , la sua semplice eleganza rievoca l’inconfondibile incedere di un valse musette .
Germaine Tailleferre (1892-1983), unica donna del gruppo, fu una compositrice prolifica che godé di grande considerazione (la terza donna cui sia stato dedicato un francobollo nella repubblica francese). Cambiato il suo nome dal poco elegante Taillefesse a Tailleferre alla vittoria del Premier Prix di solfeggio al Conservatorio - per fare un dispetto al padre, scettico sul suo talento - visse tra la Francia e gli Stati Uniti. Pianista, compose tre pezzi per due pianoforti, ed il suo lavoro orchestrale più ambizioso è proprio il Concerto Grosso per due pianoforti, 8 voci soliste, quartetto di sassofoni ed archi. E’ invece della fine degli ‘40 il balletto La nouvelle Cythere, composto per i Ballets Russes ma mai rappresentato a causa della morte di Diaghilev, di cui resta una versione per due pianoforti. I Deux Valses esprimono la sua cifra di gradevolezza melodica (che si ritrova nel Valzer del Telegramma ne Les Mariées de La Tour Eiffe). Scritti nel 1948, hanno caratteri contrastanti, lento e meditativo il primo, animato ed entusiastico il secondo.
Francis Poulenc (1899-1963) fu, con Milhaud, tra i più prolifici e ufficialmente celebrati del gruppo. Dagli esordi compositivi la sua innata propensione verso la naturalezza e la piacevolezza melodica gli alienarono il consenso degli accademici (Paul Vidal lo rifiutò come allievo al Conservatorio di Parigi) mentre gli valse il consenso di Stravinskji e Bartok. Le sue opere mature risentono invece dell’apertura a una dimensione più assorta e spirituale, dovuta anche a depressioni ed eventi luttuosi. La Sonata per due pianoforti è un’opera tarda, scritta dieci anni prima della morte, nel 1953, e testimonia la solidissima conoscenza della formazione, per la quale nel 1932 aveva già scritto il concerto per due pianoforti e orchestra – ora entrato nel grande repertorio. L’opera, seriosa e graffiante, con una parte iniziale dissonante, risente del cambiamento di clima estetico - solo due anni prima Boulez scrive l’avanguardistico Structures I per due pianoforti. Poulenc , nei quattro movimenti della Sonata, alterna forme complesse e toni drammatici a motivi orecchiabili che tradiscono la sua vena spontanea e melodica.
Arthur Honegger (1892-1955) nato in Svizzera ma vissuto sempre a Parigi, studiò a Zurigo e Parigi, risentendo dell’influenza degli accademici Widor e D’Indy, che si rifletterà nelle sue composizioni. Diverso dai cinque sodali, più austero e serio, etichettato come ‘germanico’ del gruppo, si sentiva erede della complessità armonica del passato credendo meno nella suggestione letteraria e pittorica che nella profondità e nell’architettura della struttura musicale. Ma se scrisse quasi anacronisticamente oratori, musica sacra e sinfonie, fu anche l’autore nel 1927 della colonna sonora del famoso Napoléon di Abel Gance, e di Pacific 231, uno dei suoi brani più famosi, per il quale, non sfuggendo alla modernità e ricollocandosi pienamente nella temperie artistica coeva, si ispirò a una locomotiva a vapore. La Partita, del 1940, è un brano denso le cui sezioni, di carattere contrastante, hanno una forte resa drammaturgica e coloristica.
Louis Durey (1888-1979) fu il meno noto e più schivo dei Six, il primo a uscirne e anche l’unico a non partecipare a Les Mariés de la Tour Eiffel. Dedicò gran parte della sua attività compositiva a lavori cameristici e vocali, ma fu soprattutto impegnato come critico musicale in importanti giornali e riviste dell’epoca; amico di grandi letterati, da Apollinaire e Eluard a Max Jacob, scrisse tra i suoi brani pianistici solo due pezzi per pianoforte a 4 mani, Carillon e Neige del 1918 – di due anni precedenti la formazione ufficiale del Groupe. Dedicato a Ravel, Neige ben mostra quanto solo apparente fosse l’antagonismo verso la scuola impressionistica, rievocando pienamente la sonorità debussyana di Des pas sur la neige, o The snow is dancing.
Darius Milhaud (1892-1974), allievo a Parigi di Dukas e D’Indy, fu grandemente influenzato nella sua estesissima produzione dai ritmi latino-americani; dal 1916 al 1919 visse infatti in Brasile come addetto culturale al seguito di Paul Claudel. Scrisse numerose opere per due pianoforti, di cui la più nota è Scaramouche (poi adattata per saxofono e orchestra); tra queste il pirotecnico iI Carnaval à la Nouvelle Orléans, composto nel 1949 in ricordo di un viaggio fatto a New Orleans. Il brano è diviso in quattro piccoli movimenti dalla caratteristica poliritmia e politonalità, tratti distintivi dello stile di Milhaud, che dietro l’apparente caoticità celano una grandissima maestria ritmica e timbrica. Il primo ha un carattere di ouverture ritmica; il secondo è un ballabile lento e ondeggiante; Il terzo rievoca un quadro dipinto da Degas durante una visita a New Orleans e l’ultimo è un finale a ritmo di sfrenata samba.
Orietta Caianiello e Antonio Sardi de Letto
IANUS PIANO DUO
anus Piano Duo
Lo Ianus Piano Duo, duo pianistico a due pianoforti, è nato nel 2000 dal sodalizio tra Orietta Caianiello e Antonio Sardi de Letto, e durato fino alla prematura scomparsa di quest’ultimo, avvenuta nel 2011.
I due interpreti, da sempre attenti al repertorio del Novecento e alla nuova musica, hanno condiviso nei dieci anni della loro collaborazione l’intento di dar vita a progetti musicali originali, elaborando programmi presentati con successo sia in Italia che all’estero. Tra questi: Sei per Due, dedicato alla musica del Groupe des Six e ideato per la stagione dei Concerti al Quirinale di Radio 3; Two faces of the moon, con brani per due pianoforti ed elettronica di Ivan Fedele e Nicola Sani, eseguito negli Stati Uniti e in Canada; Ianus (di cui sono stati dedicatari) per due pianoforti e orchestra, di Alessandro Sbordoni, presentato al Parco della Musica di Roma con l’Orchestra di Roma e del Lazio, insieme al Concerto per due pianoforti e orchestra di Francis Poulenc; le Visions de l’Amen di Olivier Messiaen, alternate a brani di canto gregoriano con il Coro Mediae Aetatis Sodalicium, eseguite in Italia e all’estero per istituzioni quali l’Accademia Filarmonica di Bologna, il Festival Nuova Consonanza di Roma, il Festival Spazionovecento di Cremona, i Vesperalia di Lugano, la University of British Columbia di Vancouver (Canada). Uno degli ultimi progetti dello Ianus Piano Duo è stato C’era una volta Cenerentola, con la grande attrice Anna Proclemer, viaggio poetico da Euripide a Patrizia Valduga con musica di Sergej Prokof’ev, presentato al Castello Estense di Ferrara e replicato a Roma nella Sala A di via Asiago, in diretta radiofonica per La Stanza della Musica di Radio Tre.
Attento alla contemporaneità e dedicatario di molte opere prime, Il duo ha realizzato per Rai Trade il CD Schumannesque, che oltre all’Andante e Variazioni op. 46, unica opera scritta da Robert Schumann per due pianoforti, enumera cinque nuove composizioni di autori italiani, tra cui Giacomo Manzoni, scritte per il duo e ispirate al musicista tedesco; per l’etichetta Terre Sommerse il CD “Olivier Messiaen/Visions de l’Amen” registrato nella Sala Accademica del Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma.
Il presente CD è stato realizzato utilizzando il live recording di un’esecuzione avvenuta nel 2003, presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma.
Orietta Caianiello, nata a Napoli e diplomata in pianoforte presso il Conservatorio “San Pietro a Majella” con Aldo Tramma, si è perfezionata in Germania con Werner Genuit e a Londra con Peter Feuchtwanger. Ha studiato inoltre con Marina Horak, Bernhard Wambach, Massimiliano Damerini e Elizabeth Sombart. Si è esibita come solista e camerista presso le principali città italiane, in molti paesi europei e negli Stati Uniti, Canada, India e Malaysia. Ha scoperto ed eseguito il Trio op. 18 di Busoni in prima assoluta a Londra. Tra i suoi interessi musicali elenchiamo: il repertorio di melologo storico e contemporaneo, approfondito con l’attrice Sonia Bergamasco; la musica contemporanea, cui ha contribuito come pianista dell’ensemble Freon, diretto da Stefano Cardi, con cui ha svolto attività concertistica nei principali festival italiani; lo studio/ricerca sul repertorio di donne compositrici, cui ha dedicato gli ultimi anni e che hanno portato alla creazione di due festival tematici, Le Compositrici a Roma e L’Ombra Illuminata a Bari. È docente di Musica da camera al Conservatorio “N. Piccinni” di Bari, collabora con la SPMT di Roma ed è Cultore della materia presso il DAMS dell’Università di Roma Tre. E’ inoltre responsabile per l’Italia della Pedagogia Résonnance-CIEPR. Oltre ai CD realizzati in duo pianistico, ha registrato due CD con l’ensemble Freon per le etichette Stradivarius e Rai Trade.
Nato a Roma, Antonio Sardi de Letto si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio “Santa Cecilia” sotto la guida di Alessandro Drago, perfezionandosi in seguito con Francesco Martucci, Carlo Dominici e, a Vienna, Philippe Entremont. Fin dall’inizio della sua attività concertistica si è dedicato con uguale passione al repertorio tradizionale e alla nuova musica sia come solista che in formazioni da camera. Dal 2003 suona in duo con Anna Proclemer. Ha tenuto concerti nei principali paesi europei, negli Stati Uniti, in Canada, in Centro e Sud America e in Medio ed Estremo Oriente. Si è esibito per festival e istituzioni concertistiche quali l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il Maggio Musicale Fiorentino, l’Accademia Liszt di Budapest, il Gasteig di Monaco di Baviera, la Sala Bulgaria di Sofia, l’Accademia Glinka di San Pietroburgo, i Myra Hess Concerts di Chicago, e la Grande Sala da Concerto di Pechino. Per l’etichetta Terre Sommerse ha realizzato un CD con musiche di Schumann e Liszt e per Stradivarius il CD “Studi per il XXI secolo” con musiche di Gabriele Manca e Gabrio Taglietti. È stato per quasi vent’anni docente presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma e, negli ultimi anni, anche presso il Conservatorio “O. Respighi” di Latina.
1 Louis Durey Neige op. 7 n. 2 (1918) 4’ 27’’
(1888 – 1979)
2 Georges Auric Une valse (1949) 2’ 47’’
(1899 – 1983)
Germaine Tailleferre Deux valses (1948) 3’ 25’’
3 (1892 – 1983) I. Valse lente
II. Valse brillante
Francis Poulenc Sonate (1953)
4 (1899 – 1963) Prologue 5’
5 Allegro molto 4’ 18’’
6 Andante lirico 4’ 57’’
7 Épilogue 4’ 20’’
8 Arthur Honegger Partita (1940)
(1892 – 1955) Largo – Vivace allegretto – Largo 10’ 21’’
Darius Milhaud Carnaval à la Nouvelle-Orléans (1949)
9 (1892 – 1974) Mardi gras! Chic à la paille! 1’ 24’’
10 Domino noir de cajan 3’ 07’’
11 On danse chez monsieur Degas 1’ 52’’
12 Les mille cents coups 2’ 40’’
13 Francis Poulenc L’embarquement pour Cythère 2’ 22’’
(1899 – 1963)
Il primo disco in assoluto pubblicato nel 2003 dalla casa discografica Terre Sommerse porta il numero di catalogo TS 01/03 ed è proprio il disco “Etudes en formes de variations” di Antonio Sardi de Letto. Il legame che si era creato con un artista di spessore come Antonio non poteva che essere forte, di stima per il musicista, di profondo affetto per la persona. A distanza di qualche anno dalla sua scomparsa volevo, insieme all'amica e fedele partner pianistica Orietta Caianiello, manifestargli questo affetto. Qualche settimana prima della sua dipartita Antonio mi chiamò dicendomi: Fabio non sono scomparso ho un problema che sto cercando di superare, adesso sto meglio, appena esco dall'ospedale dobbiamo completare il disco dei “Sei per due”. Risposi che lo avremmo fatto sicuramente e che l'aspettavo! Ma capii che sapeva benissimo che non ce l'avrebbe fatta e che quella telefonata era solo per dirmi: “Non dimenticare di pubblicare il mio disco”. Questo lavoro non può che essere dedicato a lui, alla sua musica, alla sua bellissima persona, alla sua anima. Grazie Antonio per tutte le note che ci hai donato!
Fabio Furnari