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HO SOGNATO UNA MUSICA CHE ERA UN QUADRO CHE ERA UNA POESIA CHE ERO IO - Valeria Faillaci
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Una pagina ammantata di inchiostro, una musica che penetra nell'intimo dell'animo, parole, suoni, poesia; da qui, prende vita la visione, che si trasforma in immagine, impressa per sempre prima nella mente, e poi, come per necessità, sulla tela. Necessità di dare forma e rendere definitivamente tangibili agli occhi quelle visioni che le parole di un verso poetico, o il suono di una melodia, non possono fare a meno di evocare in uno spirito che trova piena espressione di sé nell'arte, e nelle sue molteplici forme.
L'opera pittorica di Valeria Faillaci è figlia della poesia, della letteratura, della musica; nasce da altre forme di espressione artistica, le custodisce al suo interno; è l'evoluzione e l'esigenza di un'anima apparentemente delicata, intimamente energica, vigorosa.
Visioni, dunque, che si manifestano in scene e soggetti dalle linee ben definite e i colori decisi; poesia e musica figurativa, si potrebbe dire, proveniente da una dimensione intima, senza dubbio i lavori di Faillaci tendono ad interagire su più piani di percezione: si osservano, ma in qualche modo, allo stesso tempo, si leggono, si ascoltano, inducendoci a “sentire” l'opera, spingendoci oltre il semplice apprezzamento visivo.
Certamente il loro carattere evocativo e simbolico schiude le porte di una realtà al di là del mondo sensibile, sollecitando i sensi ad intuire liberamente ciò che è oltre la “forma”, concedendo un'infinità di libere interpretazioni. E forse, è proprio in questo che risiede la calma potenza di queste opere: nel destare con vigore le facoltà percettive di chi guarda, donando senza pretese la possibilità di entrare in un mondo di visioni personali, che la sensibilità di ognuno non può fare a meno di rendere proprio.
Naid Danesh
L'opera pittorica di Valeria Faillaci è figlia della poesia, della letteratura, della musica; nasce da altre forme di espressione artistica, le custodisce al suo interno; è l'evoluzione e l'esigenza di un'anima apparentemente delicata, intimamente energica, vigorosa.
Visioni, dunque, che si manifestano in scene e soggetti dalle linee ben definite e i colori decisi; poesia e musica figurativa, si potrebbe dire, proveniente da una dimensione intima, senza dubbio i lavori di Faillaci tendono ad interagire su più piani di percezione: si osservano, ma in qualche modo, allo stesso tempo, si leggono, si ascoltano, inducendoci a “sentire” l'opera, spingendoci oltre il semplice apprezzamento visivo.
Certamente il loro carattere evocativo e simbolico schiude le porte di una realtà al di là del mondo sensibile, sollecitando i sensi ad intuire liberamente ciò che è oltre la “forma”, concedendo un'infinità di libere interpretazioni. E forse, è proprio in questo che risiede la calma potenza di queste opere: nel destare con vigore le facoltà percettive di chi guarda, donando senza pretese la possibilità di entrare in un mondo di visioni personali, che la sensibilità di ognuno non può fare a meno di rendere proprio.
Naid Danesh