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- CODICE VOYNICH - di Mario Marino
CODICE VOYNICH - di Mario Marino
Quando un attentato colpisce la pinacoteca della Yale University, il professor jeramy Allen si risveglia in ospedale misteriosamente senza memoria. La pinacoteca custodiva antichi manoscritti, incluso il Codice Voynich, un testo legato a secolari cospirazioni. Mentre intrighi globali si intrecciano, la CIA e vari poteri occulti si muovono nell’ombra per scoprire i segreti nascosti del manoscritto. Il professor Allen si ritrova così al centro di un gioco pericoloso e tra scoperte archeologiche e decifrazioni crittografiche iniziano ad emergere verità scomode sulla storia dell’umanità e sull’origine stessa del Codice, verità potenzialmente capaci di sconvolgere il destino del mondo.
In questa narrazione si evince la lotta continua tra bene e male, porta il lettore in altre dimensioni, diverse dal mondo fisico, al di là dello spazio e del tempo. Così lo spirito percorre cieli infiniti dove la Luce è la sua metà. Questo manoscritto indecifrabile rimane ancora oggi misterioso molte sono state le edizioni pubblicate, l’autore ha creato un filo narrativo giunto da altre dimensioni che ha permesso la stesura di quest’opera letteraria fuori dai parametri dei dogmi umani, riflessione, dubbi, certezze, incertezze porteranno il lettore attento ad un’analisi interiore nella ricerca della sua verità mistero e rivelazione, il miracolo della sua continuità nella storia degli uomini.
Mario Marino nativo calabrese laureato in medicina e chirurgia dal 1988 si occupa di filosofia Bruniana ha scritto vari libri tra cui “Il dolce amaro mistero”, folgorato dal pensiero cristico e dal suo insegnamento pone la sua ricerca su ciò che era stato travisato od oscurato, indebolito, tra menzogne e verità. In una conferenza della pubblicazione del suo libro “Dolce amaro mistero” l’autore asserisce: “ho incontrato Gesù non casualmente da quel momento il mio spirito inquieto ha tratteggiato il mio destino. Cristo risorge da oscure profondità del nostro tempo con un’altezza che giunge a ciascuno, nel segreto dell’anima. Il mio non è il Cristo agonizzante, fino alla fine dei giorni, il Cristo che la storia del potere ha distorto, riducendolo a vuoto simulacro di un qualunque Dio, e che la ragione illuminista accantonato, perfino nella sua problematica. È il Cristo del nuovo avvento nella crepitante disperata attesa del dramma umano, che dall’alto delle sue torri di Biblos, avverte scricchiolii, assaporando l’amaro calice della propria sconfitta, l’estremo scontro con Dio. I nuovi profeti gridano dal fondo melmoso di spettrali continenti da quella profonda pietà che è il nodo stesso della fede”.