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- UN'ARTRA TACCA - poesie in dialetto romanesco - Stefano D'Albano
UN'ARTRA TACCA - poesie in dialetto romanesco - Stefano D'Albano
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Isbn: 9788889874882
€15.00
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… Al venir meno di un giorno come tanti – “Un’artra tacca” incisa sull’albero smilzo di un’esistenza individuale - il poeta percepisce in pieno lo smacco dell’uomo di fronte al trascorrere inesplicabile, e inesorabile, del tempo. Al sonno che lo ghermirà, chiede allora una sola grazia: quella di fargli rivivere un qualsiasi “giorno fottuto” della sua vita passata, quasi a voler restituire un senso a quanto sembra essersi perduto per sempre, involandosi nel nulla. … (Sandra Avincola)
… Ogni poesia è un quadro dipinto a tinte forti e tratti sicuri… Ecco, questa è da considerarsi veramente una prerogativa sublimante la liricità dei suoi versi: mescolanza di emozioni forti cui corrispondono immagini della stessa intensità. …(Nadia Angelini)
Note sull’autore
Stefano D’Albano è nato a Roma nel rione Prati. Laureato in Architettura presso l’Università degli Studi di Roma. Ha svolto la sua professione presso una S.p.A. con la carica di dirigente, curando la progettazione architettonica e l’esecuzione delle stazioni relative al trasporto metropolitano.
Ha conseguito l’Attestato di Partecipazione al Corso di Letteratura e Dialettologia Romanesca, rilasciato dall’U.P.T.E.R. (Università Popolare di Roma).
Ha pubblicato: “Li giorni”, una raccolta di poesie in dialetto romano, edito da Il Calamaio; “Una stilla de ricordi” poesie scelte, stampa in proprio (edizioni luposolitario); “Sonetti? No, grazie!”, “E levo er catenaccio a li pensieri e “I miei primi sonetti” tre plaquettes contenenti poesie in dialetto romano, stampa in proprio(edizioni luposolitario).
Nel particolare… Se la poesia, per D’Albano, è un seme che al calore di un’emozione “spiga”, una tecnica scaltrita e sicura di sé è l’acqua che la vivifica, il concime che serve a nutrirla. Ecco allora che la geminazione dei vocaboli, così come la scelta d’intensificare il gioco delle rime interne, non è mai un abbandono a pure suggestioni verbali o un esercizio di bravura fine a se stesso. …
In alcuni testi si afferma la tendenza alla creazione di vere e proprie “famiglie” di suoni (appizzo-orizzonte-sguazza-ruzzica-emozzione-regazzino), come nel montaliano “Un’emozzione”. Il poeta lotta con la sua stessa voglia, lancinante, d’abbandonarsi al dolce-amaro dei ricordi, che alla fine hanno la meglio e si stemperano nella dolcezza del distico finale … (Sandra Avincola)
Edizioni Terre Sommerse 2009
… Ogni poesia è un quadro dipinto a tinte forti e tratti sicuri… Ecco, questa è da considerarsi veramente una prerogativa sublimante la liricità dei suoi versi: mescolanza di emozioni forti cui corrispondono immagini della stessa intensità. …(Nadia Angelini)
Note sull’autore
Stefano D’Albano è nato a Roma nel rione Prati. Laureato in Architettura presso l’Università degli Studi di Roma. Ha svolto la sua professione presso una S.p.A. con la carica di dirigente, curando la progettazione architettonica e l’esecuzione delle stazioni relative al trasporto metropolitano.
Ha conseguito l’Attestato di Partecipazione al Corso di Letteratura e Dialettologia Romanesca, rilasciato dall’U.P.T.E.R. (Università Popolare di Roma).
Ha pubblicato: “Li giorni”, una raccolta di poesie in dialetto romano, edito da Il Calamaio; “Una stilla de ricordi” poesie scelte, stampa in proprio (edizioni luposolitario); “Sonetti? No, grazie!”, “E levo er catenaccio a li pensieri e “I miei primi sonetti” tre plaquettes contenenti poesie in dialetto romano, stampa in proprio(edizioni luposolitario).
Nel particolare… Se la poesia, per D’Albano, è un seme che al calore di un’emozione “spiga”, una tecnica scaltrita e sicura di sé è l’acqua che la vivifica, il concime che serve a nutrirla. Ecco allora che la geminazione dei vocaboli, così come la scelta d’intensificare il gioco delle rime interne, non è mai un abbandono a pure suggestioni verbali o un esercizio di bravura fine a se stesso. …
In alcuni testi si afferma la tendenza alla creazione di vere e proprie “famiglie” di suoni (appizzo-orizzonte-sguazza-ruzzica-emozzione-regazzino), come nel montaliano “Un’emozzione”. Il poeta lotta con la sua stessa voglia, lancinante, d’abbandonarsi al dolce-amaro dei ricordi, che alla fine hanno la meglio e si stemperano nella dolcezza del distico finale … (Sandra Avincola)
Edizioni Terre Sommerse 2009