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- TRA SHAKTI E MAYA - Sabina Vannucci -
TRA SHAKTI E MAYA - Sabina Vannucci -
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Isbn: 9788896786673
€15.00
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Il tema e il tono della raccolta di Sabina Vannucci, Tra Shakti e Maya, si impongono già dai primi versi come strutture portanti del libro. L’attenzione dello sguardo è su uno spazio di osservazione che considera essenzialmente l’avvicinarsi e il ritrarsi di stati d’animo e umori del tutto umani che fanno risaltare, e allo stesso tempo alleggeriscono, una sperimentata solitudine.
Il tessuto linguistico della raccolta è ricco di figure retoriche, di allitterazioni e inversioni, rime, iperboli, enfatizzazioni. Tra queste figure, l’ironia serpeggia spesso come strumento di allontanamento dall’incandescenza di situazioni e spinte emotive sofferte.
Tenera amante mia un amore finito/vita di un io smarrito che evitava la mia. Ecco un distico che offre un esempio convincente dell’uso ironico della rima e di scarto tra l’enunciato del pensiero e il suo risvolto di verità.
E ancora: Dorato amico grazie angelo amato/ essenza e quieta assenza in apparenza/latore d’iniziatico tracciato/ che sveli a ogni mio bivio disperato/silente ed esoterico presente/ demone rifulgente angelicato.
Qui il battito insistito di allitterazioni e rime fa procedere velocemente la narrazione, in una specie di rincorsa o di accavallamento di suono per arrivare all’attributo finale, ‘angelicato’, che nell’accoppiamento con ‘dorato’, ad apertura di poesia, consente di stringere in una breve circonferenza l’esito pacificato della corsa.
Una poesia sonora, veloce dove ironia e senso si inseguono superandosi, nello spazio di vita lasciato aperto alla scrittura e per dare voce a parole che risiedono nel profondo della coscienza poetica: vastità, bellezza, natura, amore…
Daniela Attanasio
Sabina Vannucci è un'architetto. Vive a Roma, dipinge, ama la musica, l'arte visiva in tutte le sue forme, i viaggi. Tra Shakti e Maya è la sua prima raccolta di poesie.
Il tessuto linguistico della raccolta è ricco di figure retoriche, di allitterazioni e inversioni, rime, iperboli, enfatizzazioni. Tra queste figure, l’ironia serpeggia spesso come strumento di allontanamento dall’incandescenza di situazioni e spinte emotive sofferte.
Tenera amante mia un amore finito/vita di un io smarrito che evitava la mia. Ecco un distico che offre un esempio convincente dell’uso ironico della rima e di scarto tra l’enunciato del pensiero e il suo risvolto di verità.
E ancora: Dorato amico grazie angelo amato/ essenza e quieta assenza in apparenza/latore d’iniziatico tracciato/ che sveli a ogni mio bivio disperato/silente ed esoterico presente/ demone rifulgente angelicato.
Qui il battito insistito di allitterazioni e rime fa procedere velocemente la narrazione, in una specie di rincorsa o di accavallamento di suono per arrivare all’attributo finale, ‘angelicato’, che nell’accoppiamento con ‘dorato’, ad apertura di poesia, consente di stringere in una breve circonferenza l’esito pacificato della corsa.
Una poesia sonora, veloce dove ironia e senso si inseguono superandosi, nello spazio di vita lasciato aperto alla scrittura e per dare voce a parole che risiedono nel profondo della coscienza poetica: vastità, bellezza, natura, amore…
Daniela Attanasio
Sabina Vannucci è un'architetto. Vive a Roma, dipinge, ama la musica, l'arte visiva in tutte le sue forme, i viaggi. Tra Shakti e Maya è la sua prima raccolta di poesie.