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GASOLIO - di Fabio Furnari
Le verità nascoste degli anni '70 e '80, e quelle dei giorni nostri.
Dalla morte di Pasolini al caso Moro, Orlandi, Calvi, Gheddafi.
Le tetre trame dirigistiche di un gota di cinici governatori dell'economia e della finanza.
Abstract:
Ho deciso. Questo libro si chiamerà GASOLIO, perché deve essere la prosecuzione di un lavoro fatto da Pasolini, per rendergli omaggio, ma non solo, perché il mio Gasolio racconta un microcosmo, una parte della mia vita, di mio padre, della mia famiglia. Gasolio perché è il sottoprodotto del petrolio, perché è ciò che si trae da una materia prima grezza, ma che, per quanto raffinata, è ancora in uno stadio intermedio, una via di mezzo; deve, appunto, ancora raffinarsi. Ma il petrolio per quanto lo si possa raffinare non sarà mai una materia “pura”. Non c'è dubbio, voglio parlare del mio microcosmo perché voglio rendere edotto il lettore della manipolazione. Ma prima di parlare della mia storia o meglio di parte della storia della mia famiglia, voglio confrontare il mio piccolo mondo con il “mondo fuori”, con ciò che condiziona e regola le nostre vite.
PREFAZIONE
"Il Miracolo del Vino"
Se Fabio Furnari non fosse quell’instancabile animatore culturale che è, se non ne conoscessimo gli intimi angoli, a volte un po’ nascosti, della sua poliedrica cultura, se non fossimo consapevoli che la sua opera creativa non è all’inizio e certamente neanche al termine, potremmo dire che Gasolio, l’ultimo suo appassionato lavoro, abbia qualcosa di iniziatico.
"Vi ricordate come l’apostolo Giovanni, nel suo Vangelo, narrando l’episodio delle Nozze di Cana, che segna l’esordio della stagione dei miracoli di Gesù, metta in bocca al “maestro di tavola” una frase che esprime tutto lo stupore dell’uomo e che completa per noi la comprensione di quanto fosse realmente accaduto in quella circostanza: «Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono!».
E sì, storia di vino, e anche di vino buono. Perché “Gasolio “ sostanza tanto distante dal buon vino, è una costruzione articolata in due parti distinte ma intimamente collegate.
Non è che sia necessario scrivere un libro per dimostrare come i poteri occulti che governano la storia del mondo possano contribuire a cambiare la vicenda di un uomo o di una famiglia, giacché questo, qualora si accetti che esista una regia della storia degli umani, alta e imperscrutabile, impermeabile alla morale, spregiudicata e spesso spietata, è drammaticamente ovvio. Tuttavia l’esperimento, complicato e misterioso, come ben s’addice al gusto alchemico dello scrittore, svela la persuasione che quella che le menti semplici chiamano “la sorte”, in realtà altro non sia che la conseguenza di concatenamenti di scelte volontarie e di scelte obbligate del grande direttorio che governa l’ordine mondiale. E soprattutto che la sua “etica” comportamentale contravviene sempre al rispetto dell’uomo come entità centrale nell’universo, non ha come fine il miglioramento delle condizioni di vita degli uomini, non possiede nemmeno in maniera residuale la volontà di conservare l’equilibrio della natura e l’integrità della Terra, non tiene in nessuna considerazione il primato della cultura.
Se l’ispirazione parte da “Petrolio” di Pierpaolo Pasolini, attraverso una semplice ma determinante citazione di Leonardo Sciascia, Fabio Furnari mette dentro il suo studio, matto e disperatissimo, la ricostruzione di infiniti misteri del tempo nostro, quasi a voler documentare non un dubbio ma una certezza, a voler far opera di divulgazione del pensiero più acuto e illuminato che si sia cimentato in oltre quarant’anni, per svelare le tetre trame dirigistiche di un gota di cinici governatori dell’economia e della finanza, capaci di sedere sui troni del mondo marionette sempre ancorate ai fili di un interesse nascosto e supremo.
Vino buono, dai nomi seducenti, Velvety, Flaming, Prima goccia, dalle caratteristiche bottiglie allungate e con l’etichetta ornata degli amorini vendemmianti dei Mosaici della Villa Romana del Casale. L’invenzione modernissima di un uomo, Francesco Furnari, padre dell’autore, che negli anni Settanta fu protagonista della prima rivoluzione del vino da tavola siciliano e che conobbe un meritato apogeo, dal quale precipitò in una incomprensibile tragedia finanziaria e umana.
La prosa, tecnica e documentaristica dell’esordio, si scioglie in una prosa letteraria, dolce e accorata, emotiva e nostalgica, nella seconda parte del libro in cui Fabio Furnari ripercorre le tappe della vita di suo padre, ma anche della sua prima vita nella casa di famiglia, sulle orme del padre Francesco, socialista, amministratore pubblico e industriale dalla fervida fantasia. Amabilissimo giovane dal gusto raffinato, ambizioso ed elegante, Furnari tenta una scalata produttiva che arriva aldilà dell’Oceano e che segna una strada di sconvolgente modernità.
Sullo sfondo del racconto la Vinicola Furnari, impianto industriale di cui la Città di Piazza Armerina era orgogliosa: la ricerca delle più moderne tecniche di vinificazione, una visione lungimirante che prefigurava una svolta del comparto che sarebbe arrivata in Sicilia almeno vent’anni dopo, sono gli ingredienti fondamentali dell’avventura industriale di Francesco Furnari. L’apertura a grandi mercati internazionali, la ricerca enologica e la selezione dei vitigni, erano il risultato di una visione anticipatrice e purtroppo fuori contesto, in una Sicilia ancora arretrata, capace di produrre vini da taglio, asserviti al successo di vini francesi di qualità.
In quell’isola senza consapevolezza, le occasioni di internazionalizzazione erano rimesse a poteri oscuri, il finanziamento delle imprese industriali sottomesso a incostanti intuizioni della politica regionale; centrali finanziarie, regolate da sistemi mafiosi, condizionavano il successo o il fallimento delle imprese.
Ecco l’incrocio tra la prima e la seconda parte del lavoro di Fabio Furnari. Un affresco a tinte forti dei misteri che avvolgono l’Italia degli anni Settanta e che si protraggono fino ai giorni nostri, con uno sguardo profondo alla catena dei grandi decisori internazionali e delle sue caratteristiche funzionali: deviazioni organizzate da massoneria, finanza internazionale, governi, interessi del grande capitale.
E così Fabio Furnari riflette e documenta come il poter sovrano finisca col condizionare le piccole esistenze, accordi o neghi la percorribilità di itinerari industriali, finanziari e sociali. Il figlio prende per mano il padre, a quarant’anni dalla sua morte precoce e lo guida verso una ipotesi di riscatto, negando a se stesso il piacere della vendetta nei confronti di chi fu Caino e spersonalizzando i fatti che condussero alla chiusura di uno stabilimento industriale e dell’esistenza del suo creatore.
Ecco, come il maestro di tavola del passo di Giovanni, anche noi, un po’ stupiti, pensiamo che la seconda parte di Gasolio sia proprio il vino migliore del libro. Un vino di buona gradazione che smuove gli affetti e carico di sentimento e di emozione.
MAURIZIO PRESTIFILIPPO
GAS OLIO
"Esistono moltissime forme di fratellanza, una di queste è quella del territorio, del luogo dove si vive o, come spesso accade ai meridionali italiani, del luogo dove si è cresciuti e poi si è dovuto abbandonare per motivi economico-lavorativi.
Questa fratellanza è uno dei legami più profondi che esista, in quanto è un’iniziazione di madre/padre Natura, che imprime come un sigillo sacro, sé stessa negli esseri viventi che la abitano, che la respirano, unendo tutti al di là delle classe sociali, al di là delle caste economiche, al di là dei limiti culturali, al di là delle credenze religiose. La Natura è l’unica forma evidente di Democrazia, il resto è inganno!
Fabio Fùrnari è un siciliano dell’entroterra, un fratello della maestosa bellezza delle campagne tra Enna e Piazza Armerina che compensa il mare dello Stretto, i panorami taorminesi e i tramonti rosso sangue orlandini nei quali son cresciuto e ho periodicamente necessità d’immergermi.
Devo a Fabio Fùrnari la rinascita della tensione mistica dentro me, sepolta da anni di banalità spirituale somministratami nelle scuole e nelle chiese cattoliche. Con gli anni ho compreso come la Chiesa e la Scuola, attraverso la noia di riti stanchi e vuoti, corrodono come un cancro il senso della religione e della cultura, le gestiscono per occultarne il significato e il valore profondo, e creano così, una fede che, come quella calcistica, non si discute e basta! Si è realizzato così quelle che diceva l’apologeta cristiano Tertulliano “Pensare è male”.
Perché nel 2017 Fùrnari ha scritto Gasolio ispirandosi in modo evidente a Pasolini ?
Perché gli intellettuali italiani contemporanei sono l’opposto di Pasolini: menti poco brillanti, impegno sociale da immortalare sui social network, opposizione politica da rissa televisiva che diventa accordo sottobanco a telecamere spente, esaltazione di temi di poco conto e oscuramento di quelli realmente importanti... Per questo loro sono vivi e in buona salute mentre Pasolini è stato pestato, bastonato, massacrato e schiacciato sotte le ruote di un’automobile, usando la ferocia tipica delle esecuzioni ordinate dallo Stato. Ammazzarne 1 per educarne 100 e oggi sono tutti molto ben educati!
Con le stragi di Capaci e di Via D’Amelio è stato assassinato l’ultimo brandello della classe dirigenziale e intellettuale sinceramente democratica e antimafiosa, il resto è inganno!
Falcone diceva che per risalire alle radici della Mafia bisogna seguire i soldi. Quando segui i soldi ti allontani velocemente dalla Sicilia e dal Sud e approdi dove i soldi pullulano: alla Borsa di Milano, alle grandi aziende berlusconiane, alle raffinerie morattiane, ai produttori di armi come la Fiat, l’Alenia, la Contraves, l'Aerospaziale, l’Eurosam, l’Iveco, la Vitrociset, di proprietà della famiglia Agnelli, della famiglia Elkann, della famiglia Crociani, della famiglia svizzera Anda-Buhrle... Falcone e Borsellino, uscendo fuori dalla Sicilia, erano arrivati alla radice della Mafia, per questo le loro vite sono state sradicate in modo esplosivo. Ucciderne 2 per educarne 200, e ora sono tutti ben educati!
Il fratello Fabio Fùrnari non è ben educato. Gasolio è un libro non educato per lettori non educati e per quelli educati ma che hanno la percezione che tutta la società intorno a noi non è quello che è, non è quello che finge d’essere. La società non è un albero sano avvelenato da singole mele marce ma un albero avvelenato che produce mele marce.
Gasolio... è una mela sana da cogliere, da assaggiare e da digerire.
Buona degustazione!"
ELIO CRIFO’
Biografia
Fabio Furnari è nato a Enna il 27.8.1963.
Vive a Roma e svolge l’attività di musicista - cantautore..
Ha pubblicato dal 1985 ad oggi n. 6 album: Tra il papa e l’imperatore (ed. Wabasc 1985) -La mano destra (ed. Interbeat- 1992) – Qualche notte dormo (ed. Interbeat- 1998 ) – Cavalieri e soldati ( ed. Terre Sommerse 2003) – Sono Venti ( ed. Terre Sommerse - 2010) – Oggi niente pasto ( ed. Terre Sommerse 2016).
E’ autore di un libro di racconti Melino (ed. Terre Sommerse 2004) – di una raccolta di poesie “Le parole Unite ( Ed. Terre Sommerse 2009) – di un libro con doppio cd di poesie e musica con Valeria Faillaci, Niccolò Carosi, Franco Di Luca e Birgit Chica “ Forma muta” (ed. Terre Sommerse -2013) e del saggio L’alchimia – esperienza e cambiamento (ed. Terre Sommerse – 2014)
Nel 1998 fonda l’associazione Terre Sommerse di cui è Presidente (www.terresommerse.it e-mail: [email protected] ) con la quale organizza concerti e promuove l’attività di nuovi artisti nel campo della musica, della poesia, della pittura, dell’immagine, del teatro, ecc. L’Associazione no-profit Terre Sommerse è anche casa discografica e casa editrice e svolge, inoltre, la sua attività per devolvere in beneficenza parte delle entrate a favore dell’infanzia nelle zone di guerra. Inoltre, Terre Sommerse edita la rivista trimestrale Corus Cafè di cui Fabio Furnari, è fondatore nonché direttore editoriale.