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ESULI DI MARE - Catia Di Cesare
SKU:
9788869010354
€15.00
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Esuli di mare è la storia di un gruppo di persone, diverse tra loro, salvate dal mare
e dal sogno, loro o di qualcun altro, di essere liberi e vivi.
Esistono in segreto.
Sopravvivono in essenza.
Hanno il potere della poesia.
Catia Di Cesare, oltre al poemetto Esuli di mare, ha pubblicato con Terre sommerse editore, un libro di poesie dal titolo Parole blues che ha vinto il premio di poesia Corus Cafè di Piazza Armerina nell’aprile 2012, e un libro di racconti dal titolo Brillocchi, con Lombardi editore, presentato alla Fiera del libro di Torino nel maggio del 2005.Ha pubblicato inoltre molti articoli.
Suona il pianoforte e in particolare musica jazz.
Vive e lavora a Roma dove esercita la professione di avvocato.
WWW.CATIADICESARE.IT
PREFAZIONE al libro di Valeria Faillaci
Diceva Ungaretti ‘La poesia è poesia quando porta in se’ un segreto’.
Leggere questi versi in forma di poemetto significa davvero lasciarsi andare a un segreto.
Il segreto è nel dialogare incessante dei versi in un andare e venire come l’onda del mare, da cui emergono corpi, storie, morti e nascite, dolori e speranze, ma soprattutto il profondo anelito alla vita di chi al mare l’ha affidata ‘per vivere liberi o morire di sogno’. Ad una vita che per quanto possa infrangere i corpi non scalfisce le anime.
Così il mare prende e restituisce vite e anime in un movimento incessante che plasma, trasforma e imprime la voce del sentire nella materia inerte che le riceve (‘scorgo grossi e lividi arrotondati teneri sassi’) come a voler rompere il muro dell’indifferenza verso uno dei più drammatici aspetti della comunità umana (‘imbarcate di ragazze che devono figliare nello stesso periodo, le raggruppano. per il mercato niente male. di moda. affare doppio con un rischio solo.’… ‘sui sassi, e a riva, in acqua forme di un altro mondo, soli pieni, ragazze nude con pance come vette sono a gambe aperte, non arrivo a contarle. stanno figliando come foche.’)
Vanno e vengono ad infrangersi sul sonno delle coscienze le illusioni di tutti noi - di qua o di là dal mare non importa - in un’unica voce che sfugge all’incantesimo dei destini (‘…sono davanti ai vostri occhi socchiusi per vedere io il mio cuore in grappoli, nella grotta delle grida delle fate...’)
E non è la sconfitta della vita nonostante tanta morte, perché la speranza si afferma attraverso la pienezza della natura che è intorno, ridondante di sole, frutti, colori, tutti fusi in un miraggio di felicità futura che stordisce e di cui si può morire (‘e addento solitudini, in rugose piccole arance amare e stordito, in dolci rosse asprigne e di vaniglia bionde m' immergo ; acceca di colore questo esilio e di profumo mordo’).
Quanto queste vite spezzate o due volte vissute insegnano alla nostra coscienza, percorsi di uomini strappati a se stessi per aggiungere una speranza di solidarietà alla terra come cadenti “Stelle in angoli di ombre spente… cantano distanze e alberghi d’anime incustodite”.
Alcuni frammenti di quelle stelle li ha raccolti Catia Di Cesare in questi versi . Qui trovano asilo le voci di quelle anime.
e dal sogno, loro o di qualcun altro, di essere liberi e vivi.
Esistono in segreto.
Sopravvivono in essenza.
Hanno il potere della poesia.
Catia Di Cesare, oltre al poemetto Esuli di mare, ha pubblicato con Terre sommerse editore, un libro di poesie dal titolo Parole blues che ha vinto il premio di poesia Corus Cafè di Piazza Armerina nell’aprile 2012, e un libro di racconti dal titolo Brillocchi, con Lombardi editore, presentato alla Fiera del libro di Torino nel maggio del 2005.Ha pubblicato inoltre molti articoli.
Suona il pianoforte e in particolare musica jazz.
Vive e lavora a Roma dove esercita la professione di avvocato.
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PREFAZIONE al libro di Valeria Faillaci
Diceva Ungaretti ‘La poesia è poesia quando porta in se’ un segreto’.
Leggere questi versi in forma di poemetto significa davvero lasciarsi andare a un segreto.
Il segreto è nel dialogare incessante dei versi in un andare e venire come l’onda del mare, da cui emergono corpi, storie, morti e nascite, dolori e speranze, ma soprattutto il profondo anelito alla vita di chi al mare l’ha affidata ‘per vivere liberi o morire di sogno’. Ad una vita che per quanto possa infrangere i corpi non scalfisce le anime.
Così il mare prende e restituisce vite e anime in un movimento incessante che plasma, trasforma e imprime la voce del sentire nella materia inerte che le riceve (‘scorgo grossi e lividi arrotondati teneri sassi’) come a voler rompere il muro dell’indifferenza verso uno dei più drammatici aspetti della comunità umana (‘imbarcate di ragazze che devono figliare nello stesso periodo, le raggruppano. per il mercato niente male. di moda. affare doppio con un rischio solo.’… ‘sui sassi, e a riva, in acqua forme di un altro mondo, soli pieni, ragazze nude con pance come vette sono a gambe aperte, non arrivo a contarle. stanno figliando come foche.’)
Vanno e vengono ad infrangersi sul sonno delle coscienze le illusioni di tutti noi - di qua o di là dal mare non importa - in un’unica voce che sfugge all’incantesimo dei destini (‘…sono davanti ai vostri occhi socchiusi per vedere io il mio cuore in grappoli, nella grotta delle grida delle fate...’)
E non è la sconfitta della vita nonostante tanta morte, perché la speranza si afferma attraverso la pienezza della natura che è intorno, ridondante di sole, frutti, colori, tutti fusi in un miraggio di felicità futura che stordisce e di cui si può morire (‘e addento solitudini, in rugose piccole arance amare e stordito, in dolci rosse asprigne e di vaniglia bionde m' immergo ; acceca di colore questo esilio e di profumo mordo’).
Quanto queste vite spezzate o due volte vissute insegnano alla nostra coscienza, percorsi di uomini strappati a se stessi per aggiungere una speranza di solidarietà alla terra come cadenti “Stelle in angoli di ombre spente… cantano distanze e alberghi d’anime incustodite”.
Alcuni frammenti di quelle stelle li ha raccolti Catia Di Cesare in questi versi . Qui trovano asilo le voci di quelle anime.